Premio Lerici Pea alla Carriera 2015 a Tahar Ben Jelloun
Quest’anno per decisione unanime dei Soci e della Giuria Scientifica del Premio, il prestigioso Premio Lerici Pea “alla Carriera” è stato assegnato a Tahar Ben Jelloun
MOTIVAZIONE
L’autore marocchino di cultura francese, apprezzato in tutto il mondo per l’impegno dedicato all’integrazione e alla lotta contro il razzismo, è stato scelto dalla giuria per il suo profondo legame con la poesia: nonostante sia conosciuto prevalentemente per la sua attività di scrittore e saggista, coronata da un Premio Goncourt, Ben Jelloun continua a dedicarsi, fin dagli anni Settanta, ai componimenti.
Al centro delle sue liriche, i temi eterni della memoria, della luce, del mare, le riflessioni sulla condizione umana e i sentimenti maggiori come l’amicizia e l’amore.
Ben Jelloun, con le sue poesie, ha saputo evocare in un’espressione alta e intensamente lirica, ma con una misura sempre essenziale, l’incontro tra civiltà diverse con il richiamo ad una mitica e ricca tradizione onirica del mondo arabo e alla più alta letteratura europea. I suoi versi descrivono con maestria la crudeltà degli aguzzini e le ferite delle vittime in una riflessione interrogante sulle domande irrisolte dell’individuo, sulla sua fragilità e caducità, sul dolore e il male. In questo universo dal segno negativo, c’è spazio per la salvezza: possibile nell’eticità della quotidianità, resa tale dai legami amorosi e di amicizia, dal sole e dalla luce dei luoghi, dalla musica e dalle parole. In occasione della consegna del Premio alla Carriera, il Premio “Lerici Pea” promuove un’iniziativa per dare ulteriore risalto alla produzione poetica di Ben Jelloun: la pubblicazione di un libro a tiratura limitata e a fini non commerciali contenente 15 componimenti inediti dell’autore, tradotti dal francese all’italiano.
Tahar Ben Jelloun, scrittore, saggista e poeta, nasce a Fès, in Marocco, nel 1944; dopo aver trascorso l’adolescenza a Tangeri, s’impegna negli studi a Rabat, dove scrive le sue prime poesie, raccolte poi in “Hommes sous linceul de silence” del 1971. In quell’anno, dopo un’esperienza come insegnante di filosofia, è costretto ad emigrare in Francia, e si stabilisce a Parigi, dove consegue un dottorato in psichiatria sociale sulla confusione mentale degli immigrati ospedalizzati. Il suo romanzo d’esordio, “Harrouda”, risale al 1973: sarà il primo di una lunga serie, con ottimi riscontri e riconoscimenti in tutto il mondo. Con il Premio Goncourt assegnatogli per “La Nuit sacrée” nel 1987, Ben Jelloun diventa lo scrittore straniero francofono più conosciuto in Francia; un altro passaggio chiave della sua carriera è il Global Tolerance Award, conferitogli nel 1998 dall’allora Segretario Generale delle Nazioni Unite Kofi Annan, per il profondo messaggio contenuto nell’opera “Il razzismo spiegato a mia figlia”. Nel 2002 riceve dal Centro Pio Manzù la Medaglia del Senato della Repubblica Italiana, due anni più tardi l’International IMPAC Dublin Literary Award e nel 2006 il Premio Internazionale Trieste Poesia.
Dal 2011 è membro della giuria del premio letterario Guillaume-Apollinaire. In Italia ha pubblicato numerosi libri: fra gli altri, oltre a “Il razzismo spiegato a mia figlia”, arrivato alla 48ma edizione, “Creatura di sabbia” (1987), “L’Islam spiegato ai nostri figli” (2001), “Amori stregati” (2003), “L’uomo che amava troppo le donne” (2010), “La rivoluzione dei gelsomini” (2011) e “L’ablazione” (2014).
E’ di quest’anno l’uscita di “E’ questo l’Islam che fa paura”, edito da Bompiani. Oggi, Tahar Ben Jelloun vive a Parigi ed è padre di quattro figli; continua a scrivere libri e collabora regolarmente con il quotidiano “Le Monde”.