Premio LericiPea Golfo dei Poeti 2021 - I Premiati

Premio LericiPea “Angoliguria” a William Wall

William Wall è uno dei più apprezzati poeti e narratori irlandesi, caratterizzato da una asciutta sensibilità lirica e da uno sguardo risentito e ironico sulla realtà sociale dei nostri tempi travagliati (Via Antonio Gramsci e Ballata di Lampedusa sono due suoi titoli). Ha anche tradotto poeti italiani che sente affini, come Campana, Pasolini e Spaziani. Ospite della Fondazione Bogliasco e del Festival Internazionale di Poesia di Genova, ha fatto della Liguria, sua seconda casa, argomento di prose e poesie, fra cui un romanzo in corso d’opera, Ballata del letto vuoto. Per la intelligenza emotiva espressa nei suoi versi e per la sua passione per la natura e cultura ligure, William Wall riceve il Premio LericiPea Sezione “Angloliguria” alla sua prima edizione, in quanto continuatore di una grande tradizione di poeti anglosassoni innamorati della Liguria e del Golfo, da Shelley e Yeats a Lawrence e Tomlinson.

MOTIVAZIONE
William Wall è uno dei più apprezzati poeti e narratori irlandesi, caratterizzato da una asciutta sensibilità lirica e da uno sguardo risentito e ironico sulla realtà sociale dei nostri tempi travagliati (“Via Antonio Gramsci” e “Ballata di Lampedusa” sono due suoi titoli). Ha anche tradotto poeti italiani che sente affini, come Campana, Pasolini e Spaziani. Ospite della Fondazione Bogliasco e del Festival Internazionale di Poesia di Genova, ha fatto della Liguria, sua seconda casa, argomento di prose e poesie, fra cui un romanzo in corso d’opera, “Ballata del letto vuoto”. Per la intelligenza emotiva espressa nei suoi versi e per la sua passione per la natura e cultura ligure, William Wall riceve il Premio LericiPea Sezione “Angloliguria” alla sua prima edizione, in quanto continuatore di una grande tradizione di poeti anglosassoni innamorati della Liguria e del Golfo, da Shelley e Yeats a Lawrence e Tomlinson.

Massimo Bacigalupo

Nato a Cork, William Wall è autore di sei romanzi, tre volumi di racconti e quattro raccolte di poesie. È in uscita la quinta raccolta, Contrabbandieri nel ramo degli abbracci: diario dell’anno della peste. Wall ha ottenuto, fra gli altri premi, in Irlanda il Patrick Kavanagh Award, e negli Stati Uniti il Virginia Faulkner Award e il Drue Heinz Prize for Literature. In Italia ha pubblicato la raccolta Le notizie sono (2012) e il romanzo Il turno di Grace (2020), entrambi a cura di Adele D’Arcangelo. “Il turno di Grace, romanzo di tre isole, dipinge un mondo che può essere meraviglioso e crudele al tempo stesso” (Elisabetta D’Erme, “ L’Indice dei libri del mese”, 5, 2021). Wall è stato ospite della Fondazione Bogliasco e del Festival Internazionale di Poesia Parole Spalancate di Genova, della rassegna PordenoneLegge, e della James Joyce Summer School di Trieste. Molto attivo come editorialista e critico, scrive fra l’altro sulla “ Dublin Review of Books”. Dal 2019 è fra i lettori del Bloomsday che si tiene ogni 16 giugno nel centro storico di Genova. Wall vive fra Cork e Camogli

Premio LericiPea “alla Carriera” a Tomaso Kemeny

MOTIVAZIONE
“Tomaso Kemeny, ungherese di nascita, italiano per scelta e per amore, cosmopolita per vocazione, è un grande protagonista della poesia e della cultura italiana degli ultimi decenni. Partito da una adesione appassionata alle forme più libertarie delle Avanguardie novecentesche, Dadaismo,Surrealismo, Kemeny ha man mano elaborato una sua personale poetica del Sublime e della Bellezza. Della Bellezza, è diventato un apostolo, e il suo grido byroniano e mitomodernista “Fight for Beauty” è risuonato tante volte in Italia e in Europa. Kemeny ha una impressionante vocazione a padroneggiare più stili. Poeta lirico, ed essenzialmente autore di bellissime poesie d’amore, Kemeny è grande anche quando sceglie la forma lunga del poema, dove si cimenta in straordinari affondi epici e onirici come nella Transilvania liberata, o in un gioioso, bacchico, rossiniano esercizio metrico e satirico come nel Poemetto gastronomico. Ad ampliare ancora il raggio del suo lavoro, Kemeny, illustre anglista, è anche traduttore, teorico della poesia, e autore di romanzi di cui la poesia è il cuore, uno sul mito di Don Giovanni, uno sulle sue memorie a partire dall’infanzia ungherese, in un paese devastato dalla guerra. Spirito libero, sensibilissimo, gioioso, generoso, Kemeny è uno di quei rari poeti che coniugano inscindibilmente arte e vita, poesia e umanità. La sua battaglia per la Bellezza è una battaglia per rendere più bella e umana la nostra esistenza, e per mostrarci in essa il brivido misterioso del cosmo.”

Giuseppe Conte

Tomaso Kemeny nasce a Budapest nel 1938. Dal 1948 vive a Milano ed è Professore Ordinario di Lingua e Letteratura Inglese presso l’Università di Pavia. Ha pubblicato cinque libri di poesia: Il guanto del sicario (New York 1976), Qualità di Tempo (Milano 1981), Recitativi in Rosso Porpora (Udine 1989), Il Libro dell’Angelo (Milano 1991), Melody (Milano 1997), La polvere d’oro della Transilvania (1985-2000). Con il filosofo Fulvio Papi ha scritto un libro di poetica, Dialogo sulla Poesia (Pavia 1997). Per il teatro ha composto il testo drammatico La conquista della scena e del mondo (Milano 1999).
Ha ideato due rituali mitomodernisti per “l’accoglienza della Primavera”, realizzati sul Ticino (Pavia 1995) e nei Giardini Malaspina (Pavia 2001) e una “parata dionisiaca” dal titolo Omaggio alla Madre Terra (Bergamo 2000).
Tra le sue traduzioni Hero e Leandro di Ch. Marlowe (Milano 1991), Notturno (Milano 1992), volume che raccoglie poesie volte in italiano da sette lingue – ungherese, francese, greco antico, inglese, spagnolo, tedesco e latino – sul muto linguaggio della notte; Opere Scelte di Lord Byron (Milano 1993). Con Cesare Viviani ha curato La Poesia Italiana degli Anni Settanta (Beri 1979); con Giuseppe Conte e Stefano Zecchi ha curato Almanacco del Mitomodernismo 2000 (Alassio 2000). Tra le sue ulteriori curatele Linguaggi Letterari e Metalinguaggi Critici (Firenze 1984), S.T. Coleridge, La passione poetica (Milano 1986), P.B Shelley, Difesa della Poesia (Milano 1986) e La dicibilità del sublime (Udine 1989).
I suoi principali libri di anglistica sono: La poesia di Dylan Thomas (Roma 1976), Come leggere i vittoriani? (Pavia 2000) e L’arte di non morire (Udine 2000).
Le sue poesie sono state volte in inglese, tedesco, ungherese e spagnolo. Tra le numerose antologizzazioni della sua poesia si ricorda Poesia italiana del novecento, a cura di E. Krumm e T. Rossi (Milano 1995) e El fuego y las brasas, poesìa italiana contemporànea (Madrid 2000).

Premio LericiPea “Paolo Bertolani Sezione Cantautoriale” a Giuseppe Rinaldi, in arte Kaballà

MOTIVAZIONE
“Sin dall’antichità, è ormai accertato che la poesia nasca e si accompagni con la musica. La tradizione omerica testimonia quanto di più fruttuoso sia stato, da sempre, nei millenni e fino ai nostri giorni, il connubio tra versi e suoni, tra parole e melos. E la poesia con l’acustica, ha non trascurabili radici remote e popolari. Ha radici orali; deriva dall’oralità del parlato, dalla phonè che era la voce della collettività: la greca koinè diàlektos recuperata nel Novecento da Pasolini e dai migliori poeti dialettali anche in ‘direzione ostinata e contraria’: ovvero come voce individuale, lirica o interiore. A riprendere il duro filamento di continuità e di innovazione nella tradizione, è l’esperienza artistica e cantautoriale del siciliano Pippo Rinaldi, in arte, Kaballà, artista di fama internazionale, grazie alle notevoli collaborazioni, dal cinema al musical, dalla lirica al pop world e ai consensi di critica e pubblico. Autore e musicista di rara intensità e raffinatezza, ha saputo fondere con talento e maestria la vocalità antica della lingua siciliana con sonorità contemporanee, mescidazioni e contaminazioni pop internazionali e sound mediterranei: vocalità e sonorità ricche, va da sé, di risonanze, echi letterari e musicali. Molti i modelli ispiratori: dal magistero del cantautorato di De Andrè (che sposa letteratura alta e dialetto popolare), ai cantari della tradizione siciliana, fino ai poeti dialettali del Primo, del Secondo Novecento e di oggi, che hanno fatto grande la Sicilia: Ignazio Buttitta, Salvatore Di Pietro, Santo Calì, Giuseppe Battaglia, Nino Pino, Nino de Vita, Salvo Basso, Biagio Guerrera… Ecco allora canzoni, quelle di Kaballà, che sono autentiche poesie, poesie che coincidono sapientemente con l’arte antica del verso e della rima popolare derivata dall’ottava siciliana, dagli stornelli e dagli strambotti. La rima, ancora oggi come nell’antichità, offre una sponda sensibile e sonora di memorabilità e canto. Rime ‘ncruccate che agganciano i versi e le strofe, in catene di ritornelli o refrain: emblematici i testi delle canzoni Sutta lu mari, Madonna di li duluri, e, su tutti, Nel fuoco, che attestano questa particolare vocazione o abilità del nostro poeta-cantautore-musicista. Attestano la particolare cura, la sapienza della voce, l’intensità della musica. Un mondo di voci, di umori, di colori e sonorità impregnate di cultura mediterranea, di Pietra nera o lavica, di acqua e di salsedine; di odori di cibo di strada e di sapori intensi e irripetibili. Canzoni antiche e contemporanee, ipnotiche e coinvolgenti, ospitali come l’antica lingua, buone compagne di vita, nella fedeltà dei passi alle radici. Se ancora ci sono dubbi, la proposta di Kaballà è qui per dissiparli: la parola incontra il suono, la voce sposa la musica, la cultura tiene unite, ora e sempre, espressione popolare e produzione alta, dando vita ad un universo sensibile che affascina, che convince, che rapisce l’ascolto: come il suadente canto delle Sirene, come nel periglioso e meraviglioso viaggio di Ulisse di ritorno a Itaca.”

Manuel Cohen

Fin dai suoi esordi, il compositore siciliano Pippo Rinaldi, in arte Kaballà, inizia un percorso di ricerca volto alla valorizzazione delle radici musicali della sua terra d’origine.
Lontano dalla sua isola, Kaballà esordisce cercando “un ponte di pietra lavica” che lo riporti ai luoghi della memoria e nel 1991 pubblica il suo primo album intitolato “Petra Lavica”, un lavoro nel quale si fondono elementi stilistici della musica popolare, del rock e della world music. La ricerca di contaminazioni di stili musicali, ispirazioni letterarie e dialetto siciliano continua negli album “Le Vie dei Canti”, “Lettere dal fondo del mare” e “Astratti Furori”, titolo tratto dall’incipit di “Conversazione in Sicilia” di Elio Vittorini.
La sua carriera di autore inizia con una meravigliosa opportunità. A Kaballà viene chiesto di scrivere un testo in siciliano, su musica di Nino Rota, per il film “Il padrino III” di Francis Ford Coppola. Nasce così la celebre serenata “Brucia la terra”, brano che è poi stato interpretato nel 2009 dagli Avion Travel nell’album “Nino Rota, l’amico magico” e nel 2015 da Andrea Bocelli, nell’album “Cinema”. È un grande inizio.
Da quel momento Kaballà lavora e si afferma sempre di più come autore, scrivendo brani interpretati da numerosi artisti della musica italiana ed internazionale, tra cui Eros Ramazzotti, Mario Venuti, Baustelle, Alex Britti, Carmen Consoli, Ron, Noemi, Oxa, Paola Turci. Partecipa in questa veste a vari Festival di Sanremo, vincendo per due volte il premio della critica e nel 2005 il primo premio categoria donne con un brano interpretato da Antonella Ruggiero.
Nel 2008 per Kaballà c’è un’altra grande prova: partecipa all’ambizioso progetto di far diventare canzoni le poesie e gli scritti di Karol Wojtila. Firma così alcuni brani dell’album di Placido Domingo “Amore Infinito”, tra cui “Canto del sole inesauribile”, brano che Domingo interpreta in uno splendido duetto con Andrea Bocelli. Sempre la magica voce di Bocelli, nel 2019 interpreta altri due brani scritti da Kaballà, tra cui la versione italiana di “Inno alla Gioia”.

Il legame artistico e culturale con la sua terra d’origine continua con progetti musicali e teatrali che hanno sempre la Sicilia come filo conduttore: l’adattamento in lingua siciliana in collaborazione con Mario Incudine delle “Supplici” di Eschilo per la regia di Moni Ovadia in scena nel 2015 al Teatro Greco di Siracusa e dell’opera teatrale “Il Canto di Nessuno”, singolare trasposizione musicale dell’Odissea in lingua siciliana.
Nel suo personale percorso come cantautore Kaballà mantiene intatto il suo stile degli esordi che coniuga musica, poesia e letteratura, unendo la canzone d’autore a sonorità classiche ed essenziali, abbinate a testi, spesso in lingua siciliana, molto poetici e intensi, arricchiti da numerosi riferimenti letterari. Continua così un lavoro che espande i confini del concerto verso i territori del teatro, raccontando una Sicilia sempre protagonista, prepotente, dolce, aspra e sapiente.

Premio LericiPea “Edito” a Maria Grazia Calandrone

PER LA PRIMA VOLTA ONLINE

Dal 1 giugno 2021 sino al 31 luglio 2021, per la prima volta, causa “restrizioni” dovute al Covid – 19, qui sul sito ufficiale del Premio Lerici Pea, le VOTAZIONI ONLINE per decretare il Vincitore del Premio Edito 2020/21.
I finalisti, selezionati dalla Giuria di eccellenza del Premio sono i seguenti: Maria Grazia Calandrone, Paolo Febbraro, e Beppe Mariano.

MOTIVAZIONE
I poeti hanno tanti modi di mettersi in relazione con il mondo e con gli uomini che “indagano”. Maria Grazia Calandrone in “Giardino della gioia” si è immersa nell’universo umano a capofitto, ha stretto mani e ha partecipato dei loro sentimenti perché crede che la poesia debba essere anche un movimento civile, un gesto di scossa. Così qui eleva la sua voce con rara persuasione lirica e narrativa al contempo. Non ci sono limiti all’oggetto del suo cantare, un canto struggente d’amore e di meraviglia del mondo che “intona la sua voce/ al rombo delle stelle intergalattiche” che compongono la materia di cui siamo fatti e di cui è fatto tutto l’esistente intorno a noi e “intercetta il corale profondo e ininterrotto di questa/ forza”, che è l’amore. Se è vero che ci sono poeti che usano la loro parola come eco, usano i loro versi per dare voce alla moltitudine, questo è proprio il caso di Maria Grazia Calandrone e di quest’ultima raccolta edita da Mondadori. C’è, infine, una straordinaria energia in queste pagine, quell’energia del reale che caratterizza certo “Giardino della gioia” ma, in generale, l’intero percorso poetico di Maria Grazia Calandrone.

Francesco Napoli

Maria Grazia Calandrone è poetessa, scrittrice, giornalista, drammaturga, autrice e conduttrice Rai, scrive per «Corriere della Sera» e «7» ed è regista per «Corriere TV» dei videoreportage sull’accoglienza ai migranti “I volontari” e “Viaggio in una guerra non finita, su Sarajevo. Tiene laboratori di poesia in scuole pubbliche, carceri, DSM. Premi Montale, Pasolini, Trivio, Europa, Dessì e Napoli per la poesia, Bo-Descalzo per la critica letteraria. Ultimi libri: Serie fossile (Crocetti 2015, Feltrinelli 2020 – rosa Viareggio), Gli Scomparsi – storie da “Chi l’ha visto?” (pordenonelegge 2016), Il bene morale (Crocetti 2017 e 2019), Giardino della gioia (Mondadori 2019 e 2020), le traduzioni Fossils (SurVision, Ireland 2018) e l’antologia araba Questo corpo, questa luce (Almutawassit Books, Beirut 2020), Per voce sola, raccolta di monologhi teatrali, disegni e fotografie, con cd di Sonia Bergamasco, Alda Merini (Solferino 2021) e Splendi come vita (Ponte alle Grazie 2021, semifinalista Premio Strega). Porta in scena i videoconcerti Senza Bagaglio e Corpo reale. Sue sillogi compaiono in antologie e riviste di numerosi paesi.

Premio LericiPea "Liguri nel Mondo" 2021 a Mario Cresci

Con il patrocinio della Regione Liguria, Assessorato per lo Sviluppo economico, per l’industria, la ricerca e innovazione, l’immigrazione e emigrazione, lunedì 13 dicembre 2021 presso la Sala Cristoforo Colombo in Regione Liguria a Genova, sarà assegnato il Premio LericiPea “Liguri nel Mondo” 2021 a Mario Cresci, indiscusso ambasciatore del “genio ligure”. La Premiazione sarà visibile in diretta streaming sulla pagina Facebook del Premio LericiPea Golfo dei Poeti (https://www.facebook.com/LericiPea).

A partire dalle ore 11.00, dopo i saluti istituzionali dell’Assessore Andrea Benveduti, del sindaco del Comune di Lerici Leonardo Paoletti e di Pier Gino Scardigli, Presidente del Premio LericiPea Golfo dei Poeti, la proiezione di un video di presentazione sull’ “opera” artistica di Mario Cresci.
A seguire, Lucilla Del Santo, event manager del Premio, modererà il dibattito fra il Maestro Cresci, Sergio Buttiglieri, Style Director dei cantieri Sanlorenzo (https://www.sanlorenzoyacht.com/it/azienda/azienda.asp) e lo Storico della Fotografia Paolo Barbaro, allievo del grande Arturo Carlo Quintavalle.
Al termine, l’assegnazione del Premio LericiPea “Liguri nel Mondo” 2021.

 La sezione Premio LericiPea “Liguri nel Mondo” nasce nel 1994 con il contributo determinante dell’allora assessorato al Lavoro ed Emigrazione della Regione Liguria, che ne ha prontamente compreso l’importanza. Dopo essersi limitata nei primi anni a premiare esclusivamente poeti liguri residenti all’estero, dal 2000 ha ampliato i propri orizzonti, cogliendo le istanze di contemporaneità pervenute da tutto il mondo. Oggi è la Sezione più eterogenea del Premio, dedicata a tutti coloro ritenuti delle “eccellenze liguri”.
Per citarne alcuni dei più recenti, ricordiamo: il grande architetto e senatore a vita  Renzo Piano nel 2020, David Bellatalla antropologo ligure (che per la sua opera umanitaria in Mongolia ha ricevuto la Medaglia d’Oro del Governo e della Croce Rossa), Giuseppe Scognamiglio come Ambasciatore del Kuwait, Alessandra Pierini, imprenditrice genovese ( da più di vent’anni  a Parigi punto di riferimento di del “made in Italy” d’eccellenza).
Quest’anno il Premio vuol rendere omaggio ad un altro grande Ligure, oggi settantottenne, che da più di mezzo secolo, attraverso le sue immagini fotografiche e la sua incessante ricerca artistica, è un punto di riferimento internazionale nel campo delle Arti Visive e maestro per ogni futura generazione.

MOTIVAZIONE
Da quando nel 1960 si diploma al Liceo Artistico di Genova, la vita e il lavoro di Mario Cresci si sono distinti per una ricerca artistica incessante volta a “piegare” le potenzialità dello strumento fotografico all’indagine e alla sperimentazione della realtà. La fotografia, nelle mani di Cresci, diviene un vero e proprio linguaggio costantemente in interazione con le diverse forme artistiche: disegno, pittura, scultura, audiovideo. Nel 1969, per la prima volta in Europa, il fotografo ligure realizza a Milano la prima installazione fotografica; gia’dai primi anni ’80 le sue “contaminazioni” divengono un punto di riferimento della cultura internazionale nel campo delle arti visive. Dal 91 al 2000 guida l’Accademia di Belle Arti G. Carrara di Bergamo, dedicandosi sempre con passione alla formazione e all’insegnamento e partecipa numerose volte alla Biennale di Venezia di cui memorabile quella del 1993 diretta da Bonito Oliva, in cui espone i Muri di carta, fotografia e paesaggio dopo le avanguardie, a cura di Arturo Carlo Quintavalle.
Fondamentale, il contributo dato all’Istituto Europeo del Design di Milano, all’Accademia di Brera, al NABA, all’Università l’Orientale di Napoli, all’ISIA di Urbino, all’Ecole d’Arts Appliqués, all’apertura verso prospettive ecclettiche ed inusuali, ma anche teso a dimostrare che il rapporto fra Arte e Società ha un impatto effettivo sulle dinamiche sociali.
Un’arte quella di Cresci sempre “in movimento”, vitale, presente, contemporanea, libera, a dialogo, anche, con l’evoluzione tecnologica di forme e materiali, che non ha mai smesso, tutt’ora, di cercare l’incontro con le generazioni più giovani in Italia e all’estero.
Indubbiamente diverso dai grandi fotografi italiani della sua generazione, a Cresci non interessano le città senza gli uomini, anzi la fotografia è per lui spesso una rappresentazione evocativa di “segni” antropologici. ll suo metodo di indagine è analitico, ma la risultante delle sue immagini è indiscutibilmente anche “poetica” e riteniamo, non casualmente!
Per sua stessa ammissione, la lettura di poeti come Baudelaire, Montale, Ungaretti e Alfonso Gatto (che Cresci ha conosciuto di persona), è stata importante per la sua esperienza creativa, così come la saggistica e la letteratura; in particolare proprio in questi ultimi anni della sua maturità artistica e di uomo, egli stesso afferma, “frammenti di letteratura entrano sempre più di frequente nel mio percorso. Penso che la fotografia sia un testo da leggere, proprio come una poesia, composta da molti frammenti, che compongono però un quadro unitario, anche se possono essere presi singolarmente”.

L’Associazione Premio LericiPea e la Regione Liguria sono lieti di assegnare, con orgoglio, oggi 13 Dicembre il Premio LericiPea “Liguri nel Mondo 2021” a Mario Cresci in quanto ritenuto indiscusso “ambasciatore” dell’eccellenza ligure, rendendo così omaggio all’uomo e ad una carriera professionale di assoluto rilievo.

“Un momento importante per la nostra Regione, perché il Premio LericiPea Liguri nel Mondo pone una lente di ingrandimento sulle eccellenze del nostro territorio. La Liguria è una terra di poeti e di grandi intellettuali in tutti i campi dell’arte, del commercio e dell’industria. Giusto che il LericiPea si occupi di loro per valorizzare la nostra terra, fatta di luci e di colori unici al mondo”.

Leonardo Paoletti, Sindaco del Comune di Lerici

Mario Cresci (Chiavari, 1942) è autore, fin dagli anni Settanta, di opere eclettiche caratterizzate da una libertà di ricerca che attraversa il disegno, la fotografia, il video, l’installazione, il site specific. È tra i primi autori in Italia ad applicare la cultura del progetto coniugandola a una sperimentazione sui linguaggi visivi.
Negli anni Settanta entra in contatto con Filiberto Menna e Albe Steiner; quest’ultimo lo invita alla Biennale di Venezia del 1970 con una serie di disegni realizzati in Basilicata sul pensiero organico della cultura materiale del mondo contadino in rapporto alla cultura del design acquisita al Corso Superiore di Disegno Industriale a Venezia (1962-64).
La rifondazione del senso del paesaggio e della costruzione dell’immagine fotografica lo porta a essere uno degli autori cardine del progetto “Viaggio in Italia” che Luigi Ghirri organizza ed espone alla Pinacoteca Provinciale di Bari nel 1984.
Dal 1991 al 1999, in qualità di direttore dell’Accademia di Belle Arti G. Carrara di Bergamo, inserisce nella sua innovativa programmazione interdisciplinare numerosi eventi culturali dedicati ai giovani artisti, come Arte&Impresa, Clorofilla e Accademie in Europa, in collaborazione con la GAMeC di Bergamo.
Nel 2017 nella mostra “La Fotografia del no, 1964-2016”, alla GAMeC di Bergamo, espone cinquant’anni di lavoro orientando il percorso della mostra sulla lettura di alcune delle principali tematiche che accomunano gran parte dei suoi progetti.
Svolge attività di docenza e workshop per l’Università ISIA di Urbino e la Scuola di Alta Formazione FMAV di Modena. Ha pubblicato numerosi libri, saggi e articoli per “Il Sole 24 Ore”. Recentemente ha ricevuto “Le Prix du Livre Historique 2020”, ai “Le Rencontres de la Photographie” di Arles, per il libro “Segni migranti, storie di grafica e fotografia” per Postcart Edizioni di Roma. Vive e lavora a Bergamo.
“Ho sempre creduto che l’arte e la cultura non risolvano i problemi dell’umanità però aiutano a capire. Usare l’arte solo come evoluzione del proprio ego è paradossale, la trovo un vecchio modello che probabilmente deriva da come interpretiamo l’idea di “genius loci”. Credo che oggi la fotografia sia molto utile per la conoscenza e la formazione ma anche un’opportunità per allargare continuamente lo sguardo su problematiche che ogni giorno emergono nella nostra vita. L’arte è un potente mezzo di formazione, che non risolve da sola i problemi, ma può dare un contributo insieme agli altri saperi. … È quello che cerco di insegnare ai miei studenti a cui ormai non faccio più delle lezioni strettamente accademiche.”

Mario Cresci

Premio LericiPea Golfo dei Poeti 2021 - Gli Eventi

Conferenza Stampa di Presentazione dell'edizione 2021

Al via il 20 agosto 2021 gli eventi della nuova edizione del Premio LericiPea Golfo dei Poeti, appuntamento atteso ogni anno dagli amanti della Poesia e non solo. Il Premio, nato a Lerici 67 anni fa, si è contraddistinto sempre per l’integrità e l’eccellenza delle proprie scelte culturali e dei premiati, ed è divenuto negli anni, per la Poesia, una delle realtà più conosciute ed apprezzate al mondo; più di ogni altra manifestazione, connotativo della vocazione artistica del Golfo dei Poeti.
Le tre giornate dell’edizione 2021, dal 20 al 22 agosto, oltre alle consuete premiazioni delle Sezioni “alla Carriera”, “Paolo Bertolani”, “Edito” e la nuova “Angloliguria”, saranno caratterizzate da sorprese musicali e teatrali internazionali, nell’ottica di un interscambio fra le Arti e come messaggio di rinascita per i tutti gli artisti, non solo i Poeti, e gli operatori culturali.

Come ogni anno, ormai da sei anni, l’organizzazione e la cura del Premio è affidata allo Studio Nealinea, ovvero al project manager Lucilla Del Santo e al suo staff “tutto al femminile” (Alice Lorgna, Martina Ricciardi, Alessandra Campi), in collaborazione con la Proprietà del Premio; su di loro veglia “inossidabile” il presidente Pier Gino Scardigli e la Giuria di eccellenza (Giuseppe Conte, Massimo Bacigalupo, Stefano Verdino, Roberto Pazzi, Manuel Cohen, Francesco Napoli, Giuseppe Benelli).

Un doveroso ringraziamento ai partner del premio, Comune di Lerici, Fondazione Carispezia e i Cantieri Sanlorenzo; al “nuovo arrivo” nella squadra dei sostenitori del Premio, Confindustria La Spezia, alle aziende del territorio, una per tutti Euroguarco, a Crédit Agricole Italia per Villa Marigola (“casa” del premio “alla Carriera” da 25 anni) e alla Regione Liguria.
Ma soprattutto, il più sentito “grazie” e benvenuti a tutti, i tanti straordinari protagonisti di questa edizione 2021, che siamo certi emozioneranno e lasceranno ricordi speciali nel pubblico.
Infine ricordiamo che rimangono ancora solo tre giorni, per chi lo desiderasse, per VOTARE sul sito del Premio (http://lericipea.com/premio-lericipea-edito-2021/) il vincitore del premio Edito 20/21.

Ass.ne Premio LericiPea Golfo dei Poeti

“La forza della parola e della poesia sono il tratto distintivo di questa manifestazione che si avvicina a compiere 70 anni -sottolinea l’assessore alla cultura di Regione Liguria Ilaria Cavo – la longevità di questo premio sta anche nell’essere sempre rimasto fedele al suo statuto mantenendo come unico punto fermo quello di promuovere, diffondere e valorizzare, l’eccellenza poetica in Italia e nel mondo. Mai come in questo momento c’è bisogno di presidi culturali e con i suoi quattro riconoscimenti questo evento ne è una testimonianza autentica per tutto il territorio ligure”.

Ilaria Cavo, Assessore alla Cultura della Regione Liguria

Scaletta

Inizio conferenza stampa: ore 12:00
Modera: Lucilla Del Santo

– Saluti di Andrea Corradino, Presidente Fondazione Carispezia
– Saluti di Ilaria Cavo, Assessore alla Cultura della Regione Liguria
– Saluti di Leonardo Paoletti, Sindaco del Comune di Lerici
– Saluti di Pier Gino Scardigli, Presidente Premio LericiPea Golfo dei Poeti
– Lucilla Del Santo, project Manager del Premio, introduce il programma dell’edizione 2021
(3/4 minuti)
– Pia Spagiari, socio dell’Associazione LericiPea, intervento sul Premio LericiPea “Edito”
(3-4 minuti)

In Streaming:
– Saluti di Gyongyi Komlossy, addetto culturale dell’Accademia d’Ungheria in Roma (3-4 minuti)
– Giuseppe Conte, Presidente della Giuria del Premio LericiPea, intervento sulle motivazioni del Premio LericiPea “alla Carriera” 2021 a Tomaso Kemeny (4-5 minuti)
– Per l’Ambasciata di Irlanda, Saluti di Chiara Popplewell, Vice capo Missione (3-4 minuti)
– Massimo Bacigalupo, Presidente della Sezione “Angloliguria”, intervento sulle motivazioni del Premio a William Wall (3-4 minuti)
– Manuel Cohen, critico della Sezione “Paolo Bertolani”, introduce brevemente le motivazioni del Premio a Pippo Rinaldi in arte Kaballà (3-4 minuti)

In chiusura, saluti di:
Sergio Buttiglieri, style director di Sanlorenzo
Mario Gerini, Presidente Confindustria La Spezia
Cristiano Ghirlanda, Managing Director Euroguarco
– Spazio per le domande dei giornalisti presenti in sala o collegati in streaming 

Fine conferenza stampa: ore 13:00

Medley di musiche irlandesi a cura della violinista Eilis Cranitch

Premio LericiPea “Angoliguria” a William Wall in apertura, medley di musiche irlandesi a cura della violinista Eilis Cranitch a seguire, a dialogo con il poeta, Massimo Bacigalupo

Eilís Cranitch, dopo aver conseguito gli studi musicali e violinistici presso L’Università Nazionale Irlandese a Cork ed il CIT Cork School of Music, si è trasferita in Italia per proseguire gli studi di violino presso il Conservatorio di Santa Cecilia a Roma con il Maestro Arrigo Pelliccia e il Maestro Riccardo Brengola. Ha suonato con diverse formazioni da camera tra i cui “I Solisti Aquilani”, anche in veste di solista, in Festival e società di Concerti in Italia e all’estero.
Nel 1990 si è trasferita a Torino dove svolge tuttora attività concertistica, didattica, e di organizzazione musicale. Nel 1996 ha fondato, con altre tre musiciste straniere, l’Ensemble Xenia specializzato in musica moderna e contemporanea, con il quale si è esibita in diversi paesi. Ha tenuto workshop sulla musica contemporanea italiana presso Università e Conservatori tra i quali l’Università di Limerick e di Cork, Irlanda; il Goldsmith College Londra, il Conservatorio di Mosca e il Conservatorio di San Pietroburgo. Ha suonato come violinista solista con l’Hilliard Ensemble dal 2006 al 2014 nei programmi di musiche di Arvo Part. E’violinista con NEXT-New Ensemble Xenia Turin, con il quale tiene concerti nei festival e rassegna più importanti in Italia e all’estero del repertorio moderno e contemporanea.
Presidente dell’Associazione Ensemble Xenia, ha promosso nel 1998 lo Xenia Chamber Music Course per giovani strumentisti ad arco, che tuttora dirige, ed è co fondatrice nel 2002 del Festival EstOvest che ha come missione lo scambio culturale tra diversi linguaggi artistici attraverso programmi concepiti e condivisi con musicisti ed artisti di tutto il mondo.
Insieme al fratello Matt Cranitch ha presentato programmi musicali dedicati all’Irlanda, tra Folk e Contemporanea, con la partecipazione del quartetto NEXT New Ensemble Xenia Turin e del trio folk di Matt, Sliabh Notes.

Matteo Taranto legge brani scelti da Stefano Verdino di: Sanguineti, Luzi e Giudici (rivisitazioni teatrali dell’Inferno, Purgatorio e Paradiso di Dante)

Nel 700° anniversario dalla morte di Dante Alighieri i canti del Sommo Poeta diventano tragicamente attuali, come mai prima d’ora, riflettendo la condizione umana che stiamo vivendo.
Ognuno di noi ha vissuto l’inferno, la reclusione, il bisogno di uscire per riveder le stelle ricercando un nuovo cammino di luce e di speranza dopo le tenebre, “come pura felicità dello sguardo”.
Leggere Dante, recitare Dante diventa oggi più che mai un dovere morale in tempi dove l’impoverimento del linguaggio crea danni irreparabili specie nelle nuove generazioni che utilizzano sempre meno parole, meno verbi coniugati quindi meno capacità di esprimere emozioni e meno possibilità di elaborare un pensiero; è dimostrata infatti la diminuzione della conoscenza lessicale e l’impoverimento della lingua: non si tratta solo della riduzione del vocabolario utilizzato, ma anche delle sottigliezze linguistiche che permettono di elaborare e formulare un pensiero complesso.
Gli studi hanno altresì evidenziato come parte della violenza nella sfera pubblica e privata derivi direttamente dall’incapacità di descrivere le proprie emozioni attraverso le parole.
La poesia in chiave teatrale così magnificamente espressa da tre maestri come Sanguineti, Luzi e Giudici mi ha suggerito di estrapolare tre momenti dal forte impatto emotivo tratti dall’Inferno, Purgatorio e Paradiso affrontandoli in chiave del tutto insolita e moderna, accompagnato da una tradizionale fender telecaster, suonata da un eccellente chitarrista acustico come Matteo Cremolini; una tavolozza di colori per produrre, in forme classiche e tradizionali, consonanze e dissonanze, talvolta suoni puri e talvolta suoni saturi.
La chitarra verrà filtrata ed abbassata di ottava per ottenere l’immaginifico del violoncello, sarà campionata dal vivo per costruire loop più complessi dove un arco elettrico (e-bow) creerà feedback sonori  o rimarrà pulita e cristallina per tessere tappeti armonici.
Lunghi reverberi e lunghe ripetizioni creeranno la dimensione sonora dove il suono è applicato e consegnato alla voce ed alla poesia.

Matteo Taranto
Nel 2000 si diploma presso il Teatro Stabile di Genova, l’anno del diploma segna anche il debutto in teatro nello spettacolo Don Giovanni diretto da Marco Sciaccaluga e prodotto dal Teatro Stabile di Genova. Partecipa anche ad altri due spettacoli: il Tartufo, con la regia di Benno Besson, ed una anteprima mondiale de I Reverendi di Sławomir Mrożek con la regia di Jerzy Stuhr. Nel 2002 debutta nel cinema nel ruolo di Colas nel film Paz! diretto da Renato De Maria. Fra il 2002 e 2005 è impegnato in diversi lavori televisivi, tra i quali Il Bello delle donne in onda su Canale 5, per la regia di Maurizio Ponzi. Nel 2004 veste i panni del brigadiere Moretti in Amanti e segreti su Rai 1, regia di Gianni Lepre, ed è nel cast del film tv Doppio agguato diretto da Renato De Maria. Nel 2005 e 2006 è protagonista di due episodi nelle rispettive serie televisive Distretto di Polizia 5 e R.I.S. Roma – Delitti imperfetti. Nel 2007 a teatro è protagonista della Phaedra di Seneca nelle vesti di Ippolito, regia di Giovanni Anfuso con Paola Pitagora, ma è anche impegnato nella sua prima regia e sceneggiatura teatrale dello spettacolo In viaggio con Enrico.
Nel 2009 torna sul grande schermo con Mine vaganti diretto da Ferzan Özpetek, in cui Matteo ha il ruolo di Domenico. In televisione invece entra nel cast di Giochi sporchi diretto da David Emmer in onda su Rai 4. Dal 2007 al 2012 inizia una intensa collaborazione teatrale con Alessandro Gassmann che lo vede partecipare a due opere teatrali: La parola ai giurati e Roman e il suo cucciolo. Nel 2013 recita a fianco di Valeria Golino in Come il vento e comparirà nel 2015 in Spectre di Sam Mendes a fianco di Daniel Craig e Monica Bellucci.
Ha collaborato con Amnesty International, Iran Human Rights ed è stato Testimonial ufficiale di un gruppo di giovani paratleti alle Special Olympics. Testimonial Ufficiale Lega serieB calcio campionato 2015/16.
Attualmente presiede la commissione di Direzione Artistica del Teatro Civico della Spezia.

Matteo Cremolini
Diplomato con il massimo dei voti e la lode in chitarra al Conservatorio “G. Puccini” della Spezia, dove ha studiato anche Armonia e Contrappunto, è stato membro del Trio Ricercare con Davide D’Amborsio e Marco Piccinini.
Ha seguito poi masterclass con Angelo Gilardino.
Ha suonato nei principali teatri delle principali capitali europee.
Ha eseguito in prima esecuzione opere di autori contemporanei come Angelo Gilardino, Angelo Bellisario, Tomas Marco, Marco Betta e Mauro Castellano, L.Bacalov.
Ha vinto importanti concorsi di interpretazione rivolti alla musica di camera come: Concorso Internazionale Di Stresa, Concorso Ville D’Illzach, selezione GMI (giuventu musicale italiana), selezione ARAM.
Dopo una importante esperienza nell’ambito cameristico inizia un percorso parallelo legato al mondo della produzione musicale lavorando su produzioni di pop di mercato.
Nei primi anni del 2000, grazie l’incontro con C.Spaak, inizia a scrivere per il teatro, riprendendo così la grande passione per la musica applicata che aveva scoperto negli anni degli studi.
Nel triennio 2005-2008 ha collaborato in qualità di compositore ed esecutore al ciclo teatrale “Storie Parallele” con Catherine Spaak.
Nel 2008 è autore e interprete delle musiche di “I Have a dream” di Gabriele Guidi con Marialaura Baccarini, regia Massimo Natale ed ha composto le musiche per lo spettacolo di prosa “Vivien Leigh – L’ultima conferenza stampa” di Marcy Lafferty con Catherine Spaak regia C.Spaak.
Nel 2009 ha scritto e interpretato le musiche per lo spettacolo “Ascolta il canto del vento” di Ennio Speranza/Gabriele Guidi con Marialaura Baccarini e Gabriele Sabatini, regia Massimo Natale.
Nello stesso anno ha debuttato interpretando le musiche di Luis Bacalov e Maurizio Fabrizio nel “Il Piccolo Principe” di A. De Saint Exupery (prima esecuzione assoluta)
Nel 2010 scrive le musiche per lo spettacolo “Chi ha paura muore ogni giorno (I miei anni con Falcone e Borsellino)” di e con Giuseppe Ayala regia M.Natale.
Nel 2012 scrive le musiche per “Nel nome di chi” con A.Liskova su un testo di E.Speranza per la regia di G.Guidi.
Nel 2017, scrive e produce per Argot Production le musiche di “Colette – donna straordinaria” per il teatro Parioli di Roma.
Negli ultimi anni si dedica esclusivamente alla composizione e produzione di colonne sonore e musica applicata con particolare attenzione a film documentaristici che sono programmati nei circuiti televisivi nazionali ed Europei.
Sono più di settanta i titoli attualmente in palisensto RAI realizzati per:
DocumentAria (Valter Torri), SD Cinematografica (Eloise Barbieri, Daniele Cini, Paolo Sodi), White Fox Communications (Eugenio Manghi, Annalisa Losacco), Aldabra Productions (Andrea Maggi), Il Piviere (Massimo Campora), Terra Incognita (Fabio Toncelli)

Musiche ungheresi eseguite da Ylenia Volpe (fisarmonica) e Roberto Arnoldi (violino)

Premio LericiPea “alla Carriera” a Tomaso Kemeny a dialogo con il Poeta, Giuseppe Conte in apertura, come omaggio al Maestro Kemeny, musiche ungheresi eseguite da Ylenia Volpe (fisarmonica) e Roberto Arnoldi (violino)

Roberto Arnoldi, figlio d’arte, nasce a Bergamo nel 1991 e inizia lo studio del violino all’età di sette anni.
Nel 2010, contemporaneamente alla maturità psicopedagogica, si diploma in violino come candidato privatista per poi conseguire con il massimo dei voti, nel 2013, il diploma accademico di II livello in violino ramo solistico presso il Conservatorio “G. Verdi” di Como nella classe del M° Donatalla Colombo.
Ha partecipato come allievo attivo a masterclass con importanti nomi del concertismo quali Francesco Manara ed Enzo Porta; nel 2014 è stato ammesso al corso di perfezionamento di violino, presso l’Accademia Filarmonica di Bologna, tenuto del
M° Cristiano Rossi, suo attuale insegnante.
È risultato vincitore di diversi concorsi nazionali ed internazionali, tra i quali si possono citare il “concorso di Castiglione delle Stiviere”, “E. Arisi” di Cremona, “Preatoni” di Garbagnate, “Concorso del Festival di Bellagio e del lago di Como” e recentemente secondo premio, primo premio non assegnato, al 10° Concorso Internazionale di esecuzione Musicale “Giovani Musicisti”-sezione musica contemporanea- Città di Treviso. Ha tenuto diversi concerti per violino solo con programmi che spaziano da Bach ai contemporanei; a questo proposito, numerosi sono i successi di pubblico del recital, comprendente musiche di Bach, Locatelli, Rovelli, Paganini e Ysaÿe, che ha proposto , tra gli altri, a Cereseto nell’ambito della rassegna “Monferrato Classic Festival”, concerto recensito con parole di encomio dalla giornalista A.M. Bruno, a Città Della Pieve all’interno della rassegna “Solstizio d’estate”, a Siziano all’interno del Festival Rotaractiano, in Val di Fassa , a Comano Terme, e presso le prestigiose Accademia Tadini di Lovere(Bg), “Sala del Grechetto della biblioteca Sormani” , “Palazzina Liberty” e “Camera Del Lavoro” all’interno della rassegna “Atelier Musicale” di Milano. Inoltre, sempre col recital per violino solo, è stato invitato, nel Dicembre 2018, a rappresentare l’Italia presso il “Bazar Diplomatico” Tenutosi a Budapest.
Suona in duo col pianista Gabriele Rota, con il quale si è esibito in importanti rassegne italiane ed estere, come “Aulos” di Lugano, inoltre collabora con il pianista Fabio Locatelli Fortemente appassionato di musica contemporanea, ha eseguito, talvolta in prima assoluta, opere di importanti compositori viventi quali N. Arnoldi, U. Bombardelli, D. Koch, D. Anzaghi, F. Vacchi, G. Garbarino, R. Spinosa, C. Galante, A.Talmelli. Proprio con questo repertorio ha, nel 2016, compiuto il suo debutto discografico, incidendo, per l’etichetta Map Classic, il cd “Music from a parallel world vol.3, New music for violin”, contenente musiche per violino solo di autori contemporanei. Nel mese di Maggio 2020 pubblica il suo nuovo CD con opere di autori contemporanei per la prestigiosa etichetta TACTUS, album che ha già avuto lusinghiere recensioni.
www.robertoarnoldi.com

Ylenia Volpe, nata alla Spezia nel 1986, si diploma con il massimo dei voti in fisarmonica classica presso il Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Milano.
In ambito solistico ha tenuto concerti nelle Sale delle maggiori città italiane quali: Milano, Torino, Roma, Venezia, Genova, Bergamo, Arezzo, Parma, Potenza, ecc…
Si è esibita in occasione della “III Conferenza Mondiale per la Pace e la Prosperità dei Popoli” organizzata dal “Centro dell’Uomo – ODV” e Patrocinata dalle Nazioni Unite.
Ha preso parte a numerosi festival, rassegne e premiazioni quali: Mostra Fotografica Internazionale “Fotografia Europa 2013”, “Concorso Internazionale Pianistico Pozzolino”, “Museo in Musica” presso l’Accademia Tadini di Lovere, “Albino Classica”, “I parchi della musica” (PR), “Aurore Musicali 2013-2014” (TO), XXI Edizione “Al Chiaro di Luna” (RE), numerose edizioni del “Festival di Bellagio e del Lago di Como”, ecc…Sensibile alla potenzialità della fisarmonica in ambito contemporaneo, ha preso parte a diversi festival e iniziative dedicate a importanti autori, esibendosi nelle Sale milanesi quali “Sala Puccini”, “Sala Verdi”, “Circolo della Stampa”, “Amici del Loggione del Teatro alla Scala” e numerose volte al “Museo del Novecento”. Ha eseguito prime assolute di compositori contemporanei.
Dal 2015 si esibisce con la formazione del “New Made Ensamble”. Ha collaborato con l’orchestra milanese “I Pomeriggi Musicali” esibendosi nei maggiori teatri lombardi. In ensamble ha preso parte alla realizzazione del progetto multimediale e internazionale con “Diffraction #1 – In Paradise artists can fly”, nelle città di Ferizaj, Prishtina, Peja (Kosovo). Ha contribuito alla registrazione di “Mise en Abime” di Y. Avital presso gli studi RAI di Milano.